Nel tardo pomeriggio del 16 agosto, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha rilasciato la circolare operativa del Piano Transizione 5.0.
La Transizione 5.0 rappresenta un’innovativa opportunità per le imprese italiane di migliorare la propria efficienza energetica e contribuire a un futuro più sostenibile. Introdotta con il D.L. 19/2024 e consolidata nella Legge 56/2024, questa misura si inserisce nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), con l’obiettivo di promuovere investimenti orientati alla riduzione dei consumi energetici e all’adozione di energie rinnovabili.
Il piano mira non solo a rendere le imprese più competitive e sostenibili, ma anche a stimolare l’economia italiana attraverso incentivi fiscali mirati. Con un totale di 6,3 miliardi di euro messi a disposizione delle aziende, la Transizione 5.0 si configura come uno strumento fondamentale per guidare il paese verso un modello produttivo più verde ed efficiente.
Ambito di applicazione e benefici
La circolare specifica quali imprese possono beneficiare del piano. Tutte le imprese residenti in Italia, indipendentemente dalla forma giuridica, settore economico o dimensione, possono partecipare, ad eccezione di quelle in liquidazione o che non rispettano le normative sulla sicurezza sul lavoro. Inoltre, sono previste esclusioni per le imprese destinatarie di sanzioni interdittive o inadempienti nei contributi previdenziali.
Progetti ammissibili e requisiti specifici
I progetti ammissibili includono investimenti in beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa, che possono essere affiancati da investimenti finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Tra questi, vengono promossi i progetti che garantiscono una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva (almeno il 3%) o del processo produttivo interessato (almeno il 5%). È data particolare attenzione agli impianti fotovoltaici e ai criteri per il dimensionamento degli impianti di produzione di energia rinnovabile, con una descrizione dettagliata dei costi ammissibili.
Inoltre, il piano supporta le attività di formazione per l’acquisizione di competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica. Le spese di formazione sono agevolabili fino a un massimo di 300.000 euro, a condizione che siano erogate da enti accreditati e rispettino i limiti stabiliti.
Intensità del beneficio e calcolo del credito d’imposta
Un elemento distintivo del piano è l’intensità del beneficio, calcolata in funzione del livello di risparmio energetico conseguito. La circolare fornisce esempi pratici che illustrano le aliquote incrementali del credito d’imposta, con un aumento del beneficio basato su scaglioni di investimento e percentuali di riduzione dei consumi energetici. Per esempio, per riduzioni superiori al 10% nei consumi della struttura produttiva, l’aliquota può arrivare fino al 45%.
Determinazione dei risparmi energetici e relazione tecnica
La circolare introduce il concetto di “scenario controfattuale” per confrontare i consumi energetici pre e post-intervento, utilizzando alternative di mercato. Questa metodologia assicura che i progetti finanziati apportino un’effettiva riduzione dei consumi energetici, un aspetto cruciale per l’accesso al credito d’imposta.
La relazione tecnica gioca un ruolo fondamentale: deve dettagliare tutte le scelte tecnologiche e fornire un’analisi accurata delle prestazioni energetiche, garantendo che i dati e le stime utilizzati siano tracciabili e verificabili. Questo documento sarà essenziale per dimostrare l’efficacia dei progetti agli occhi delle autorità di controllo.
Vigilanza e controlli
Per garantire la trasparenza e la corretta applicazione del piano, sono previste attività di vigilanza e controllo, che verificheranno l’effettiva realizzazione dei risparmi energetici dichiarati e il corretto utilizzo degli incentivi.
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